EXTRA

Il gioco d’azzardo in Lazio: dagli antichi dadi fino ai tavoli moderni

il gioco d’azzardo in Lazio è da sempre popolare, fin dai tempi degli imperatori romani.

Da sempre, l’uomo tenta la sorte contro la famosa dea bendata, la Fortuna. Una divinità romana, questa Dea è volubile, come tutti gli dei dell’antichità. Ma è positiva, una luce di speranza per i giocatori, che aiuta a far andare bene le imprese, sia personali che di lavoro. Nei secoli, la Fortuna ha assunto diversi aspetti, come la ruota del Medioevo oppure con una sfera nel Rinascimento. Qualunque sia il suo aspetto, la dea bendata accompagna i giocatori d’azzardo da secoli. Soprattutto nel Lazio.

“Il Lazio ha una storia secolare con il gioco d’azzardo,” ha detto Luigi Conti, l’editor del sito italiano di casinò roulette-on-line.it, “che parte dai primi cubi inventati fino al giorno d’oggi, con i casinò online.”

Nell’Antica Roma, i giocatori si riunivano nelle case private e nella versioni antiche dei casinò. Si giocava a pari o dispari, ad indovinare il numero di noci che un giocatore nascondeva in mano oppure testa o croce. Ma tra i giochi preferiti degli antichi romani c’erano i dadi e gli “astragali.” Fatti di osso di capre o di pecora, questi strumenti avevano due lati estremi arrotondati e quattro facce per il gioco.

I giocatori lanciavano gli astragali e scommettevano sul totale che sarebbe apparso o su come sarebbero caduti gli astragali. Il risultato più difficile da ottenere era un “Venere,” cioè quattro cubi che cadono con 4 facce diverse. Invece, i dadi erano spesso fatti d’avorio o di osso e avevano i tipici sei lati. Il gioco iniziava già con due o tre dadi lanciati in aria.

Anche nell’Antica Roma non mancavano le bische clandestine, amate soprattutto dal popolo, mentre gli imperatori organizzavano feste lussuose si dice che Nerone fosse uno dei giocatori più accaniti, scommettendo anche fino a 400.000 sesterzi a ogni lancio di dadi.

Nella modernità, non mancano le bische in Lazio. Ci sono sempre più casinò e sale gioco dove tentare la dea bendata.

Il Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane riporta dati ancora più approfonditi sulla situazione del gioco d’azzardo nel Lazio. Nel 2021, la regione era terza in Italia per puntate complessive con un volume nazionale di 111,7 miliardi di euro.  In regione, la raccolta ha superato i 4 miliardi di euro. La grande sorpresa per il gioco d’azzardo nel Lazio? I casinò online.

Infatti, il Libro Blu rivela che il settore dei giochi digitali è cresciuto del 60% nel Lazio in un solo anno, con puntate totali di quasi 2 miliardi di euro, cioè una media di 1218 euro a giocatore. Tra i giochi preferiti ci sono la roulette, il blackjack, i tornei di carte e le slot machine, alcune con grafiche che richiamano proprio l’Antica Roma. I giocatori laziali amano giocare con i loro smartphone che danno la libertà di giocare ovunque e sempre, bische o meno.

Però, spesso il gioco sfocia in ludopatia, nell’ossessione e nella dipendenza. Ma ci sono buone notizie: dal 2019 al 2022, il gioco d’azzardo patologico è diminuito di oltre il 10% nella regione. Sono i dati del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario del Lazio che ha trattato 753 persone nel 2022. Cosa significa? Che i giocatori laziali amano sfidare la Fortuna, ma lo fanno con sempre più coscienza ed attenzione.

Per questo, la regione Lazio ha lanciato, nel 2013, l’Osservatorio sul fenomeno del gioco d’azzardo presso l’Assessorato regionale competente in materia di politiche sociali. È uno degli strumenti più utili per contrastare la ludopatia in regione che include un test di autovalutazione per i giocatori laziali.

Insomma, il gioco d’azzardo in Lazio è da sempre popolare, fin dai tempi degli imperatori romani. E, con la rivoluzione digitale, sarà sempre più uno dei passatempi preferiti dai giocatori laziali.

Approfondisci con una ricerca di tutte le ultime notizie su Gioco d'azzardo.

Back to top button