Cassino, rivolta in carcere: 45 detenuti trasferiti. Il SAPPE invoca misure dure
Dopo la rivolta nel carcere di Cassino, 45 detenuti trasferiti. Il SAPPE invoca misure dure e l’uso del taser per gli agenti.

Dopo la devastazione nel carcere cittadino, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) chiede misure drastiche contro i responsabili. Sono stati trasferiti d’urgenza 45 detenuti coinvolti nella protesta violenta che ha portato alla distruzione del primo piano della II Sezione, a trattamento intensificato.
La protesta e l’intervento del G.I.O.
«Ancora una volta, follia e violenza nel carcere di Cassino per la folle protesta di un gruppo di detenuti», denuncia Maurizio Somma, segretario SAPPE per il Lazio. Secondo il sindacato, la sezione devastata è quella in cui le celle sono chiuse, una condizione mal tollerata dai reclusi. Solo grazie al tempestivo intervento del Gruppo Intervento Operativo (G.I.O.) e al supporto di altri reparti, la situazione è stata riportata sotto controllo. Nessun agente è rimasto ferito, ma i danni strutturali sono ingenti. Il SAPPE chiede ora un sopralluogo tecnico del PRAP e una visita ispettiva dell’ASL per verificare le condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza.
Capece: «Attacco allo Stato inaccettabile»
«Nulla può giustificare un attacco allo Stato», dichiara con fermezza Donato Capece, segretario generale del SAPPE. «Sono mesi che la tensione monta nel carcere di Cassino. Violenze, allagamenti, aggressioni: il sistema è al limite e servono risposte immediate». Capece ha richiamato l’attenzione sulle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sottolineato il ruolo delicato della Polizia penitenziaria, spesso invisibile agli occhi dell’opinione pubblica.
«Il nostro è un lavoro silenzioso ma essenziale, in condizioni sempre più critiche, anche a causa del sovraffollamento cronico. Solo grazie al coraggio quotidiano dei nostri agenti, veri eroi, i danni di ieri non si sono trasformati in tragedia», aggiunge.
Proposte: carcere duro e dotazione di strumenti adeguati
Per il SAPPE, servono «interventi urgenti e strutturali» che ristabiliscano legalità e sicurezza negli istituti penitenziari. In particolare, il sindacato propone l’introduzione del carcere duro fino a sei mesi (art. 14 bis dell’Ordinamento penitenziario), il trasferimento in sezioni speciali lontane dalla residenza del detenuto (art. 32 del Regolamento), e l’arresto in flagranza per chi aggredisce agenti o mette a rischio la sicurezza.
Capece rilancia infine la richiesta di dotare la Polizia penitenziaria del taser: «Potrebbe essere lo strumento ideale per prevenire le aggressioni, soprattutto considerando che si conoscono in anticipo le condizioni mediche di ogni detenuto».