Anagni

Elezioni Anagni 2023: il dato indicativo delle Regionali

Meno gente alle urne. Sulle preferenze si poteva fare molto meglio.

Giorni fa abbiamo scritto qualche numero inerente alle elezioni politiche 2022, per quel che riguardava il Comune di Anagni. A dire la verità, abbiamo “copiato” qualche numero dal portale “eligendo” del Ministero dell’Interno, senza il cui servizio non potremmo mai analizzare le tendenze politiche della comunità anagnina e di tutte le altre città italiane. Ebbene, passando alle regionali salta subito agli occhi un particolare: se a Settembre ’22 era andato a votare circa il 65% degli aventi diritto, a Febbraio 23 si è ripresentato alle urne solo il 45% circa, cioè il 20% in meno. Traduzione: quasi 3.500 persone hanno saltato l’appuntamento elettorale. Questo è certamente il dato più indicativo delle Elezioni Regionali ad Anagni (e non solo), assolutamente in disconuità con le precedenti consultazioni per il rinnovo dell’assise di via della Pisana.

Circoscrivendo l’analisi a coloro che hanno esercitato il proprio diritto di voto, si evince un risultato sostanzialmente in linea con le Politiche. Il candidato alla Presidenza della Regione sostenuto dalla coalizione di centrodestra, ovvero Francesco Rocca, ha ottenuto 4.386 voti, pari al 58,46% del totale. A seguire Alessio D’Amato, candidato dei centrosinistra, con 2.189 voti (29,17%), Donatella Bianchi di Movimento Cinque Stelle e Polo Progressista con 827 voti (11,02%), Sonia Pecorilli del Partito Comunista con 58 voti (0,77%) e Rosa Rinaldi di Unione Popolare con 43 voti 0,57%.

I votanti, su un totale di 17.276 Elettori, sono stati 7.787 (45,07%). Le schede nulle 220, le bianche 64, le contestate 0.

Questa la classifica numerica delle 17 liste partecipanti, ordinate per coalizione a sostegno del proprio candidato presidente

FRANCESCO ROCCA

  • FRATELLI D’ITALIA 2.278 voti (32,42%);
  • LEGA 830 voti (11,81%);
  • FORZA ITALIA 614 voti (8,74%);
  • LISTA CIVICA FRANCESCO ROCCA PRESIDENTE 205 voti (2,92%);
  • UNIONE DI CENTRO 77 voti (1,10%);
  • NOI MODERATI – RINASCIMENTO SGARBI 50 voti (0,71%);

ALESSIO D’AMATO

  • PARTITO DEMOCRATICO 1.843 voti (26,23%);
  • VERDI E SINISTRA – EUROPA VERDE – POSSIBILE 104 voti (1,48%);
  • AZIONE – ITALIA VIVA 100 voti (1,42%);
  • DEMOS DEMOCRAZIA SOLIDALE 84 voti (1,20%);
  • LISTA CIVICA D’AMATO PRESIDENTE 33 voti (0,47%);
  • +EUROPA – RADICALI ITALIANI – VOLT 16 voti (0,23%);
  • PARTITO SOCIALISTA ITALIANO 14 voti (0,20%).

DONATELLA BIANCHI

  • MOVIMENTO 5 STELLE 647 voti (9,21%);
  • POLO PROGRESSISTA DI SINISTRA & ECOLOGISTA 59 voti (0,84%).

SONIA PECORILLI

  • PARTITO COMUNISTA ITALIANO 39 voti (0,56%);

ROSA RINALDI

  • UNIONE POPOLARE 34 voti (0,48%)

Questi, invece (ordinando velocemente i dati) i cinque partiti più votati al di là della singola coalizione:

  • FRATELLI D’ITALIA 2.278 voti (32,42%);
  • LEGA 830 voti (11,81%);
  • FORZA ITALIA 614 voti (8,74%);
  • PARTITO DEMOCRATICO 1.843 voti (26,23%);
  • MOVIMENTO 5 STELLE 647 voti (9,21%);

Sul fronte delle preferenze, come spesso accaduto in passato, i numeri sono stati sostanzialmente inferiori rispetto alle “ics” sulle liste. Ciononostante è proprio grazie a tale differenza che si riscontra l’impegno del partito sul territorio per i candidati al Consiglio Regionale. A livello macroscopico (questi dati vanno analizzati con più attenzione, soprattutto da quando esiste la doppia preferenza), si può dire che sia il Partito Democratico sia la Lega hanno lavorato bene per i propri candidati, perlomeno per i più votati.

Paquale Ciacciarelli (Lega), ad esempio, ha raccolto 479 preferenze, mentre Antonio Pompeo (Pd) si è fermato a 1.044. In entrambi i casi è stato superato il 50% dei voti di lista: un buon risultato. Lo stesso non si può dire del Movimento Cinque Stelle: la più votata dei suoi candidati, Stella Andreini, infatti, ha raccolto appena 197 preferenze, più o meno il 30% dei voti assegnati al partito diretto da Giuseppe Conte. Molto distanti gli altri. Anche Fratelli d’Italia poteva fare meglio: il più votato è stato Daniele Maura con 500 prefereze, seguito da Antonello Iannarilli a quota 479. Poi Savo e Picano con circa 300 voti ognuno. Non sappiamo quante siano state le doppie preferenze, ma è chiaro che su 2.278 voti di lista assegnati al partito della premier Meloni molti sono rimasti senza cognome nell’apposito spazio.

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