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La firma dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone sul Carro del Milite Ignoto

I lavori sono stati affidati alla docente Emanuela Trixie Zitkowsky.

La firma dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone sul Carro del Milite Ignoto, tornato in questi giorni a Roma esattamente dopo cento anni. Un treno storico rievocativo della Grande Guerra e realizzato dalla Fondazione Ferrovie dello Stato in occasione del centenario del trasferimento della salma del milite ignoto da Aquileia a Roma.

E proprio da Aquileia il carro è partito sostando a Gorizia, Udine, Treviso, Venezia, Bologna, Firenze e Arezzo, prima appunto di giungere nella capitale.

La firma dell’Accademia, come ricordato con grande soddisfazione sia dal presidente Ennio De Vellis che dalla direttrice Loredana Rea, è appunto nella realizzazione curata da Emanuela Trixie Zitkowsky, una delle più affermate scenografe italiane e non solo e docente dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone.

«Per poterlo ricostruire – ha sottolineato la scenografa in un’intervista al Corriere della Sera – ho dovuto compiere dettagliate ricerche storiche ed iconografiche, venendo così a conoscenza che il progetto originale era stato firmato da Guido Cirilli, per un quarantennio figura fondamentale dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia, nonché cofondatore, sempre a Venezia, della Scuola Superiore di Architettura, oggi Iuav. Essendo docente dell’Accademia delle Belle Arti di Frosinone, sono riuscita a contattare i colleghi veneziani e ad entrare così in possesso dei progetti originali. Cirilli – ha aggiunto Emanuela Trixie Zitkowsky – aveva ideato un baldacchino aperto sui quattro lati, con otto pilastri circondati alla base da un fascio di fucili ’91 che reggono il tetto. Sui pilastri poggiavano altrettante coppe colorate in ferro battuto dove erano infisse le fiaccole che dovevano illuminarlo durante la notte. Sul tetto vi era una copertura di corde intrecciate e una grande croce di guerra con al centro la stella d’Italia. Ai due lati, in carattere rosso sangue su sfondo bianco, erano riprodotti il verso dantesco “L’ombra sua ch’era dipartita” e le date MCMXV – MCMXVIII».

Dalla scenografa anche la spiegazione del perché l’originale non fu conservato. «Cirilli lo avrebbe voluto esposto a Castel Sant’Angelo o a Gorizia, ma il Ministero della Guerra incomprensibilmente non volle sentire ragioni e lo dismise. Anche questo fatto ha contribuito a farmi lavorare con particolare dedizione». L’Accademia di Frosinone si conferma essere istituto in cui le docenze sono affidate all’eccellenza. Con risultati straordinari per gli studenti che possono apprendere da questi insegnanti.

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