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Veroli, restituiti alla basilica di Santa Maria Salome due angeli portacandele del Seicento trafugati nel 2007

Cerimonia a Veroli per la restituzione di due angeli portacandele del Seicento, trafugati nel 2007 e recuperati dai Carabinieri TPC dopo indagini internazionali.

VEROLI – Si è svolta nella mattinata del 13 dicembre 2025, presso la Basilica Concattedrale di Santa Maria Salome, la cerimonia di restituzione di una coppia di angeli portacandele in bronzo del XVII secolo, sottratti alla chiesa nel 2007 e recentemente recuperati dai Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale.

La cerimonia in basilica

L’evento è stato presieduto dall’Arcivescovo della Diocesi di Frosinone – Veroli – Ferentino, nonché Vescovo della Diocesi di Anagni – Alatri, insieme al Rettore della Basilica Concattedrale di Santa Maria Salome e Coordinatore nazionale vicario dei Cappellani della Polizia di Stato. Presenti anche il Sindaco di Veroli, autorità civili e militari e i funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina.

Le indagini e il recupero

Il recupero dei due manufatti è stato possibile grazie a un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e condotta dai Carabinieri TPC. Le sculture erano state individuate nel mercato antiquario londinese e successivamente recuperate in Belgio l’8 ottobre 2025, al termine di un percorso investigativo sviluppato su scala internazionale.

Le caratteristiche delle opere

Le due sculture in bronzo, alte 74 centimetri, sono riconducibili alla scultura lombarda tardo barocca e attribuite alla Fonderia Pozzo. La posa simmetrica suggerisce una collocazione originaria ai lati di un altare: con un braccio gli angeli sorreggono un contenitore cilindrico per candele di piccole dimensioni, con l’altro un grande porta-torcia. Le figure risultano fuse in parti separate, successivamente assemblate, con giunzioni oggi visibili lungo braccia, gambe e mantelli.

Il ruolo della banca dati TPC

Determinante per l’identificazione è stata la Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. L’analisi comparativa condotta dalla Sezione Elaborazione Dati TPC ha consentito di riconoscere con certezza i beni, già censiti nel Catalogo generale dei beni culturali, permettendone il rientro nel luogo di origine.

Fonte: Comando provinciale Carabinieri di Frosinone

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