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Falsi green pass: medico generale agli arresti domiciliari

L'attività di polizia giudiziaria è stata svolta dagli investigatori del NAS di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. «Secondo l’ipotesi d’accusa - spiegano i militari - l’indagato predisponeva false certificazioni attestanti vaccinazioni anti SARS covid-19 in realtà mai avvenute».

Questa mattina, il Nas Carabinieri di Roma ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. del locale Tribunale.

Il provvedimento restrittivo – si legge nella nota stampa dei Militari dell’Arma – è stato disposto nei confronti di un medico di medicina generale indagato per i reati di falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale in atti e documenti informatici pubblici (artt. 81, 479, 491 bis c.p.) in concorso con 13 persone.

Secondo l’ipotesi d’accusa, l’indagato predisponeva false certificazioni attestanti vaccinazioni anti SARS covid-19 in realtà mai avvenute, provvedendo all’inserimento nel sistema informatico della Regione Lazio dei relativi dati che, sebbene falsi, hanno permesso ai 13 pazienti di ottenere il rilascio del “Green Pass” (già sottoposti a sequestro).

Le complesse attività di polizia giudiziaria svolte dagli investigatori del NAS – coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma – hanno consentito di appurare, tra l’altro, che alcuni soggetti falsamente vaccinati, nel giorno della presunta somministrazione si trovavano a centinaia di chilometri da Roma. Si rappresenta che il provvedimento è stato emesso nella fase delle indagini preliminari, nella quale, e fino a giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.

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